PERSONAGGI/INTERPRETI
Giove
SERGIO VITALE
Lalage
DANIELA BRUERA
Aribobolo
ALDO CAPUTO
Parvolo Patacca
MATTEO D'APOLITO
Calpurnia
ANGELA BONFITTO
Marcus Pipa
FRANCESCO PITTARI
Aricia
ITALO PROFERISCE
Regia
CRISTIAN BIASCI
Scene
FRANCESCO GORGOGLIONE curatore con l’Accademia di belle arti di Foggia
Effetti speciali e proiezioni in 3d
RAFFAELE FIORELLA
Light designer
RICCARDO CANESSA
Orchestra sinfonica del Conservatorio di musica di Foggia “U. Giordano”
Direttore
GIANNA FRATTA
Coro lirico Pugliese
Maestro del coro
AGOSTINO RUSCILLO
Nota di regia
La commedia musicale Giove a Pompei (1921) nasce nel periodo forse più entusiasmante della cultura artistica europea del XX secolo. E’ il periodo nel quale le Avanguardie imperversano con i loro svariati “ismi”, e molte forme d’arte cosiddette “nuove” si stanno facendo largo tra il grande pubblico. Una su tutte, il cinema, che sta diventando sempre più importante, veicolo mediaticamente sorprendente, semplice e immediato, raccoglie sempre più consensi: al momento del Giove a Pompei di U. Giordano erano già usciti tre film (uno nel 1908 – primo film storico-epico del cinema italiano - e due nel 1913, tutte produzioni italiane) sul tema degli “Ultimi giorni a Pompei”, tutti ispirati al romanzo “The last days of Pompei” del 1834 di E. George Earle Bulwer-Lytton, da segnalare anche l’opera lirica “Jone o gli ultimi giorni a Pompei” di Errico Petrella del 1858 modello ispiratore del film omonimo del 1913 per la regia di Ubaldo Maria Del Colle. L’idea della messa in scena tiene in forte considerazione quanto appena descritto e anche tutte le altre forme di teatro “leggero” che in quegli anni affiancano le ben più colte e rodate vie del melodramma: su tutte, il teatro di varietà, dove grazie al comico, alla parodia e al grottesco, convivono sulla scena personaggi che trascendono le collocazioni temporali e culturali. Rivolto al grande pubblico attraverso la satira riesce ad entrare nella contemporaneità con sferzante umorismo: pensiamo ad Ettore Petrolini che con il suo Nerone – il testo è del 1917 – per questa messa in scena è fonte primaria di ispirazione per Parvolo Patacca del Giove a Pompei. Tutti i personaggi della commedia musicale sono in qualche modo “caricature” di loro stessi: un Giove che combatte con la sua età, un Parvolo Patacca che, ad onor del nome, sostiene l’economia cittadina grazie all’invenzione della “patina della storia” trucco per spacciar “patacche”, e ancora Aribobolo, reduce d’Africa e fidanzato geloso, una Lalage sua promessa sposa talmente ingenua da affidarsi al primo che incontra in città, ma pronta a sacrificarsi per salvare Pompei andando in sposa proprio a Giove, e così tutti comprese le compagini del coro. I personaggi, 14 tra primari e comprimari oltre a 30 componenti del coro, 5 danzatori e 6 comparse, sono protagonisti di quadretti talvolta comici, o satirici che mettono in primo piano degli stereotipi ben precisi, tenuti insieme da una figura principale che orchestra e architetta piani che infine si riveleranno inutili. Benchè il carattere generale della messa in scena sia appunto di spirito “leggero”, porrà, attraverso la recitazione, che occupa più di un terzo della scrittura librettistica, molti “colti” spunti sia storici che di attualità sociale e politica propri del periodo dell’uscita dell’opera musicale. Questo a sottolineare che il “Giove a Pompei” è un lavoro concepito con un respiro, soprattutto librettistico, intellettualmente molto acuto che ne fanno un opera unica nel suo genere.
Con la messa in scena attraverso la recitazione, i costumi e la scenografia, che si avvarrà di proiezioni 3D originali, create appositamente, che prevedono la presenza di 4 proiettori, si darà vita ad una rappresentazione che nel corso dei tre atti si evolverà in un crescendo: da una visione descrittiva-filologica dell’inizio, primo atto e parte del secondo, verso una molto più dirompente e vicina ai tumulti culturali degli anni dell’uscita della commedia musicale. Il processo porterà verso una cifra dadaista, dove il rosso pompeiano, che taglia la scena a metà in orizzontale, suggerito dalle architetture originali, aprendo la scena verso un paesaggio dominato in lontananza da un magnifico Vesuvio, diventerà la base di manifesti e opere pittoriche di T. Tzara, F. Picabia, H. Arp, M. Duchamp spostando la visione verso una verticalità ineluttabile che culminerà con l’eruzione del vulcano e la distruzione di Pompei. Come per la scena, anche i personaggi attraverso la recitazione si evolveranno caricandosi di atteggiamenti via via più meccanici, caricaturali e grotteschi.
ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO UMBERTO GIORDANO DI FOGGIA
Violini primi
Sarcina Orazio
Aprile Laura
Paglionico Rita
Mucciarone Rocco
Metta Ilaria
Pedone Domenico
Sevi Giovanna
Rosa Massimo
Violini secondi
De Sanio Raffaele
Sguera Clelia
De Magistris Angelo
Ieffa Mario
Altamura Antonella
Loforese Sabrina
Viole
Maddonni Flavio
Lisena Francesco
Lisena Donatella
Michelini Roberta
Violoncelli
Montaruli Francesco
Mastromatteo Francesco
Miatto Daniele
Bruno Stefano
Contrabbassi
Mauthe Massimiliano
Resce Andrea Gianmarco
Arpa
Marzetti Sofia
Flauti
Piccolo Bartolo
Masi Laurent
Fagotti
Rampino Stefano
Saracino Fernando
Clarinetti
Conteduca Vincenzo
Falanga Bruno
Corni
Pensato Luigi
Falcone Antonio
Fracchiolla Antonio
Rosito Michele
Oboi
Sarcina Domenico
Brafa Roberta
Trombe
Carretta Antonio Canio
Santangelo Vincenzo
Tromboni
De Mauro Marco Giuseppe
Di Mucci Fedele
Di Biccari Giuseppe
Percussioni
Ramadori Leonardo
Padalino Giuseppe
Sciotti Salvatore
CORO LIRICO PUGLIESE
Soprani
Bellomo Ilaria
Cortese Rosa
D'Errico Bianca
Di Donna Nicla
Frasca Gaetana
Giordano Lucia
Moscato Giulia
Collica Daniela
Ranieri Teresa
Mezzisoprani / Contralti
Bruno Giuseppina
Catalano Maria Rosaria
Gigante Barbara
Guerra Maria Pia
Misuriello Maria Anna
Piazzolla Concetta Clarissa
Tenace Maria Arcangela
Tenori
De Crescenzo Salvatore
De Palma Alessio Walter
Doto Francesco Domenico
Ieluzzi Michele
Losito Carlo
Lucente Giuseppe
Settanni Giuseppe
Trigiani Marco
Baritoni / Bassi
Arcamone Pasquale
Augelli Giovanni
Grauso Rosario
Guerrieri Massimiliano
Mazza Antonio
Monaco Carlo Giuseppe
Piliego Marco
Trigiani Lorenzo
Maestro collaboratore al pianoforte
Donato Della Vista