01 February 2016

Opera della maturità di Shakespeare, composta fra il 1599 e il 1602, La dodicesima notte è stata spesso definita «la commedia perfetta». Il titolo - nell'originale scespiriano La dodicesima notte, o Quel che volete - allude alla festa della dodicesima notte (corrispondente all'Epifania), chiamata in questo modo per il numero dei giorni che trascorrono dal Natale fino alla festività. Rappresentata per la prima volta al Middle Temple Hall di Londra nel 1602, le sue origini derivano da Gl'ingannati, una pièce italiana allestita a Siena dall'Accademia degli Intronati nel 1531.

La dodicesima notte è una commedia corale, fondata su un sapiente e complesso intreccio di equivoci e di scambi di identità e di genere. Il testo scespiriano, esaltato dalla traduzione della poetessa Patrizia Cavalli, dalle musiche di Nicola Piovani, dai sontuosi costumi di Nanà Cecchi, dalle scene di Marco Tramonti e dal disegno luci di Paolo Manti, ha permesso ancora una volta al regista, anche interprete nelle vesti di Malvolio, di orchestrare un gioco attoriale straordinario, lavorando sulla stilizzazione e sull'essenza dei personaggi attraverso quella maestria che ha fatto di lui il più moderno tra i grandi registi-interpreti del teatro italiano.

In scena il resto del cast è formato da Daniela Piperno, Vincenzo Ferrera, Eugenia Costantini, Dario Iubatti, Barbara Ronchi, Remo Stella, Loris Fabiani, Federico Brugnone, Davide Giordano, Rino Marino, Giuliano Scarpinato. Musiche di Piovani eseguite da Luigi Lombardi d'Aquino (tastiere e direzione musicale), Alessandro Pirchio (flauti), Alessio Mancini (chitarra), Federico Occhiodoro (strumenti a percussione).

Biglietti in vendita dal 30 gennaio 2016 in tutte le rivendite ufficiali (lista su teatrogiordano.it/biglietti.html) e al botteghino del Teatro Giordano il giorno stesso dello spettacolo dalle ore 18.00. Infotel: 0881.792.908

Lo spettacolo e i temi, nelle note di regia di Carlo Cecchi

La commedia è ambientata in Illiria, dove il Duca Orsino e la Contessa Olivia hanno due tenaci fissazioni: il Duca si è fissato sulla Contessa perché lei non ne vuole sapere; la Contessa si è fissata sul fratello morto, al quale vuole restare fedele per sette anni. Con questi due begli esemplari di nevrosi narcisistica, tutto resterebbe nell'immobilità e addio commedia. Ma il Destino fa scoppiare una tempesta: una nave fa naufragio, dal quale si salva una ragazzetta di nome Viola. Nel naufragio Viola perde il fratello. La ragazzetta si trova sperduta in Illiria; ma è piena di risorse (vecchiotte, a dir la verità: Plauto, gli Italiani, già Shakespeare in commedie precedenti) e decide di travestirsi da ragazzo e di diventare il paggio del Duca, assumendo, quindi, l'identità di Cesario. Il Duca lo prende in grande simpatia (il paggio-ragazza si innamora tambur battente di lui) e decide di farlo diventare il suo messaggero d'amore con la Contessa.

La Contessa si innamora subito del paggio e le cose si metterebbero male perché il paggio è una femmina e al tempo di Shakespeare i matrimoni gay, o almeno i pacs, non erano previsti. Ma il Destino e Shakespeare hanno risparmiato il fratello del paggio-ragazza, il quale, essendo suo gemello, è tale e quale alla sorella-fratello. Così questo fratello scampato al naufragio e inseguito anche lui da un innamorato, si sistema volentieri con la Contessa, che lo prende per il paggio-ragazza di cui si era invaghita. Si sposano presto presto. Il Duca esplode di gelosia, ma poi chiarito l'equivoco si calma e si prende il paggio-ragazza come futura sposa.

Questo è il plot principale. Ma ce n'è un altro, forse più importante. È un plot comico e si svolge alla corte della Contessa: lo zio ubriacone e l'astuta dama di compagnia; un maggiordomo e un cretino di campagna che spasimano ambedue per la Contessa e, non poteva mancare, il fool.

Malgrado la sua funzione comica, questo plot ha uno svolgimento più amaro: la follia che percorre la commedia, come in un carnevale dove tutti sono trascinati in un ballo volteggiante, trova il suo capo espiatorio nel più folle dei personaggi: il maggiordomo, un attore comico che aspirava a recitare una parte nobile, quella del Conte Consorte.

L'amore è il tema della commedia; la musica, che come dice il Duca nei primi versi "è il cibo dell'amore” ha una funzione determinante. Non come commento ma come azione.

La scena reinventerà un espace de jeu che permette, senza nessuna pretesa realistica o illustrativa, il susseguirsi rapido e leggero di questa strana malinconica commedia, perfetta fino al punto di permettersi a volte di rasentare la farsa.

Credits Spettacolo

MARCHE TEATRO in coproduzione con Teatro Franco Parenti presenta LA DODICESIMA NOTTE di William Shakespeare
traduzione Patrizia Cavalli
regia Carlo Cecchi
musiche di scena Nicola Piovani
scena Sergio Tramonti
costumi Nanà Cecchi
disegno luci Paolo Manti
con Carlo Cecchi, Daniela Piperno, Vincenzo Ferrera, Eugenia Costantini, Dario Iubatti, Barbara Ronchi, Remo Stella, Loris Fabiani, Federico Brugnone, Davide Giordano, Rino Marino, Giuliano Scarpinato
musicisti Luigi Lombardi d'Aquino - tastiere e direzione musicale Alessandro Pirchio / Alessio Mancini - flauti e chitarra Federico Occhiodoro - strumenti a percussione
assistente alla regia Dario Iubatti
assistente alla scena Sandra Viktoria Müller
direttore tecnico dell'allestimento Roberto Bivona
tecnico luci Camilla Piccioni
macchinista Edoardo Romagnoli
fonico Giovanni Grasso
sarta Marianna Peruzzo
amministratore di compagnia Francesca Leone
direttore di produzione Marta Morico
comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo

 

CALENDAR SCHEDULING
«May 2025»
MonTueWedThuFriSatSun
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
Legenda
  • Riprendiamoci la scena