Tutti sull'attenti: torna in classe il professor Silvio Orlando, in una commedia che ha fatto epoca. La stagione di prosa del Teatro Umberto Giordano di Foggia prosegue infatti sabato 19 e domenica 20 marzo, alle ore 21, con La scuola, commedia diretta da Daniele Luchetti, con protagonista uno strepitoso Orlando, prodotta da Cardellino srl.
Era il 1992, anno in cui debuttò Sottobanco, spettacolo teatrale tratto dagli scritti di Domenico Starnone, interpretato da un gruppo di attori eccezionali capitanati da Orlando e diretti dal regista romano. Lo spettacolo divenne presto un cult, antesignano di tutto il filone di ambientazione scolastica tra cui anche la trasposizione cinematografica del 1995 della stessa pièce, che prese il titolo La scuola. Fu uno dei rari casi in cui il cinema accolse un successo teatrale e non viceversa. Lo spettacolo era un dipinto della scuola italiana di quei tempi, un esempio quasi profetico del cammino che stava intraprendendo il sistema scolastico.
Tra quei banchi di scuola c'è un cast eccezionale, oltre ad Orlando, composto da Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Marina Massironi, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini. Scene di Giancarlo Basili, disegno luci di Pasquale Mari, costumi di Maria Rita Barbera, assistente alla regia Riccardo Sinibaldi.
Dal confronto tra speranze, ambizioni, conflitti sociali e personali, amori, amicizie e scontri generazionali, prendono vita personaggi esilaranti, giudici impassibili e compassionevoli, al tempo stesso. Il dialogo brillante e le situazioni paradossali rendono La scuola non solo uno spettacolo irresistibilmente comico, ma anche un piccolo grande classico del teatro italiano.
Biglietti in vendita in tutte le rivendite ufficiali (lista su teatrogiordano.it/biglietti.html) e al botteghino del Teatro Giordano il giorno stesso dello spettacolo dalle ore 18.00. Infotel: 0881.792.908
La storia
È tempo di scrutini in un malandato istituto tecnico alla periferia di Roma. La sala insegnanti è inagibile e ai docenti tocca riunirsi in palestra, a discutere i destini di un gruppo di alunni non proprio diligenti. A polarizzare la discussione è l'allievo Cardini, che manifesta la sua sofferenza adolescenziale attraverso un ostinato mutismo, rotto solo dal ronzio di mosca che riesce a imitare alla perfezione. Sul suo caso si scontrano le opposte visioni del ruolo educativo: da un lato il prof. Cozzolino, insegnante di lettere idealista e appassionato, e la professoressa Baccalauro, sempre dalla parte dei ragazzi; dall'altro il reazionario prof. Mortillaro, convinto che «c'è chi è nato per zappare», e il doppiolavorista Cirotta, interessato solo a corteggiare le ragazze. Il sognatore Cozzolino, interpretato da Silvio Orlando, si pronuncia a favore di Cardini: per lui il ragazzo esprime il proprio lato creativo, e così la mosca diventa il simbolo di tutti coloro che si sentono prigionieri di un sistema scolastico che non funziona, oggi come vent'anni fa.
«Ho deciso di riportare in scena lo spettacolo più importante della mia carriera - spiega Silvio Orlando - perché fu un evento straordinario, entusiasmante, con una forte presa sul pubblico. A vent'anni di distanza è davvero interessante fare un bilancio sulla scuola e vedere cos'è successo da quel punto in poi. Quando lo portammo in scena la prima volta avevamo grande fiducia nel testo; eravamo convinti che i temi e il modo in cui erano stati trattati sarebbero stati attuali anche in questo secolo e che l'opera avrebbe potuto ritagliarsi il suo spazio di piccolo classico del teatro comico-satirico italiano.
Credo che la scuola si modifichi nel tempo, ma non cambi la propria essenza. Le domande che i professori e tutti quelli che se ne occupano si pongono, sono alla fin fine sempre le stesse e spesso non hanno risposta. Il testo teatrale, più che dei ragazzi che sono sullo sfondo e non presenti in scena, parla di un gruppo di persone - i professori - che si interrogano su se stessi, sul loro ruolo e sul rapporto con gli studenti. L'occasione degli scrutini diventa la fiera delle vanità, dei sogni disattesi, la voglia di non muoversi dalle proprie opinioni. A me fa molto ridere questo gruppo di persone che si azzanna spesso per questioni di poco conto, aggrappandosi a slogan vuoti. Queste "pochezze" diventano il meccanismo comico principale».
RASSEGNA STAMPA (della prima edizione)
«Una boccata d'aria nell'odierna inflazione di monologhi o pièces a due» (Masolino D'Amico, La Stampa)
«Si ride come non capita quasi mai» (Gianfranco Capitta, Il Manifesto)
«Il colpo d'ala narrativo è nella straboccante, apocalittica cronaca di una gita di istruzione con la classe» (Franco Quadri, La Repubblica)
«Uno dei pochi spettacoli che davvero sanno portare in scena la realtà» (Renato Palazzi, Il sole 24 ore)
«Il riso è assicurato e anche il divertimento, ma che paura, signori miei, fa questo corpo insegnante» (Maria Grazia Gregori, L'Unità)